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Buongiorno, sono Peter Gomez, Marco Travaglio è stato bloccato dall’eruzione islandese,
non perché si trovi in Islanda, ma perché si trovava in giro per l’Italia per una
serie di presentazioni, quindi oggi cercherò di palarvi io delle cose di cui vi avrebbe
parlato Marco. Se sia io che Marco, siamo rimasti molto colpiti
questa settimana dall’ennesima uscita del nostro Presidente Silvio Berlusconi sui fatti
che riguardano Cosa Nostra. La settimana scorsa il 16 aprile il giorno in cui la pubblica
accusa chiedeva una condanna a 11 anni di reclusione nel processo di appello contro
il Sen. Marcello Dell’Utri già condannato in primo grado a 9 anni per concorso esterno
in associazione mafiosa, Silvio Berlusconi ha tirato fuori uno dei suoi leitmotiv che
lo caratterizza dal 1994 e questa volta per i giornali se l’è presa con Roberto Saviano
l’autore di Gomorra, in realtà la questione è più complessa e non riguarda solo Roberto
Saviano, ma riguarda tutti noi. Ricordo, per chi non l’avesse letto, cosa
ha detto Berlusconi, Berlusconi ha detto che la nostra mafia risulta essere la sesta mafia
al mondo e che però è quella conosciuta perché c’è stato un supporto promozionale,
dice Berlusconi, che l’ha portata a essere un elemento molto negativo di giudizio per
il nostro paese e ha ricordato poi le 8 serie della Piovra ritrasmesse in televisione in
160 paesi del mondo e soprattutto la letteratura sui fatti di mafia che parte da Gomorra e
arriva a tutto il resto. A Roberto Saviano per chi ha letto i giornali
in questi giorni ci sta pensando da solo a difendersi e ha anche ipotizzato il fatto
di lasciare la sua Casa Editrice Mondadori e per questo ha provocato l’intervento di
Marina Berlusconi, la figlia del Premier che è Presidente della Mondadori. In realtà
dietro questa presa di posizione di Berlusconi che dicevo che non è affatto nuova, si nasconde
un ragionamento molto vecchio che non è neanche made in Berlusconi.
Il primo a tirare fuori questa storia è stato infatti Michele Greco, il Papa della mafia
che nel corso dei suoi processi incominciò a accanirsi contro il padrino di Mario Puzzo,
sostenendo che quel libro, quel romanzo, tutto quel parlare di mafia l’aveva portato alla
sbarra. Berlusconi Premier, poi, nell’ottobre del
1994 riprese per la prima volta questo tipo di dichiarazioni, sostenendo che avevamo fatto
un grande danno al paese con le fiction sulla mafia, perché la mafia rappresenta solo una
parte infinitesimale dell’Italia rispetto a 57 milioni di abitanti che aveva allora
il paese e immediatamente dopo quella presa di posizione che risaliva all’ottobre 1994
ce ne era stata un’altra altrettanto significativa e era stata la presa di posizione di Totò
Riina che si trovava a quell’epoca già in carcere perché era stato arrestato il
15 gennaio 1993 e Riina dalla gabbia gli aveva risposto: è vero? Ha ragione il Presidente
Berlusconi, tutte queste cose sono invenzioni, tutte queste cose da tragediatori che discreditano
l’Italia e la nostra bella Sicilia, si dicono tante cose cattive con questa storia di Cosa
Nostra, della mafia che fanno scappare la gente, ma quale mafia, quale piovra e sono
tutti romanzi! Non si tratta di polemizzare con Berlusconi
ma di mettere qualche puntino sulle “i”, i dati ci dicono che Berlusconi ha un’immagine
totalmente irreale del nostro paese, la prima causa di sottosviluppo delle regioni del sud
che oggi si vorrebbero dividere dal resto del paese a partire dal federalismo fiscale
per arrivare alla secessione sono proprio le organizzazioni criminali, al di là di
questa classifica se la mafia sia al primo o al sesto posto, certamente Cosa Nostra in
questo momento si trova indietro rispetto alla ’ndrangheta , resta il fatto che le
mafie in Italia, ce l’ha detto il Censis, fatturano circa 100 miliardi l’anno, il
9,5 del Pil italiano è prodotto dalle organizzazioni criminali, il 70% degli esercizi commerciali
e delle imprese in Sicilia pagano il pizzo e addirittura questa cifra sale o saliva all’80%,
il Censis poi con un’indagine condotta attraverso questionari anonimi mandati a 700 diversi
imprenditori, è giunto alla conclusione che il motivo per cui c’è un grande divario,
distacco tra le regioni del sud rispetto a quelle del nord, è proprio riconducibile
alle organizzazioni criminali, c’è un dato che meglio di tutti gli altri però spiega
cosa significhi Cosa Nostra, ‘ndrangheta oggi o cosa significano il potere delle organizzazioni
criminali rispetto alla società civile e è un dato economico che non ha niente a che
fare con il bene e il male, certo possiamo ricordare che le organizzazioni criminali
in questo paese, negli ultimi anni, negli ultimi 25 anni hanno ammazzato più di 10
mila persone, mentre tutti noi continuiamo a parlare di allarme terrorismo, quando il
terrorismo nell’epoca degli anni di piombo arrivò a solo 600 morti ammazzati, ma il
dato più impressionante è il dato su cui dobbiamo riflettere per capire di cosa parliamo
quando parliamo di mafia, è un dato che ci viene raccontato dalla realtà di Bagheria,
Bagheria è un paesone di 40 mila abitanti a una ventina chilometri da Palermo, che per
tanti anni è stata la sede sociale del vecchio capo di Cosa Nostra, il vecchio capo di tutti
i capi, Bernardo Provenzano, ebbene a Bagheria esisteva e esiste tutt’ora una clinica che
si chiama la clinica Santa Teresa di Bagheria di proprietà di un prestanome di Bernardo
Provenzano, di Michele Aiello, questa clinica era una clinica avanzatissima, forse era la
clinica privata più avanzata di tutta la Sicilia, nella quale si conducevano le migliori
terapie antitumorali di tutta l’isola, per questo arrivavano pazienti da tutta l’isola.
Questa clinica era ovviamente una clinica convenzionata, la convenzione era stata condotta
in prima persona per molti aspetti dall’ex Presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro,
attualmente condannato anche in secondo grado per favoreggiamento a alcuni personaggi di
Cosa Nostra e attualmente sotto inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa.
Grazie a questo tipo di convenzioni un ciclo completo di terapia antitumorale alla prostata
nella clinica Santa Teresa di Bagheria prima dell’intervento della Magistratura, costava
136 mila Euro, una cifra importante soprattutto se arriviamo a pensare che quei 136 mila Euro
li pagavamo tutti noi con le nostre tasse, anche chi risiede in Lombardia e in Piemonte.
Dopo l’intervento della Magistratura la clinica Santa Teresa è stata affidata a un
commissario, ha continuato a lavorare e i prezzi sono scesi per le terapie antitumorali
a livello di quelli di altre regioni per esempio del nord, oggi un ciclo completo di terapia
antitumorale alla prostata che prima costava 136 mila Euro, costa 8.093 Euro.
In questi 125 mila Euro di differenza sta tutto il problema mafie e Cosa Nostra, perché
mafia, ‘ndrangheta e camorra oltre che essere violente, non convengono e non convengono
prima di tutto alle casse di uno Stato che mai come in questo momento non si può permettere
spese di questo tipo. La mafia è mafia perché ha rapporti con
la politica e con le istituzioni, se non avesse rapporti con le politiche e con le istituzioni,
sarebbe semplicemente gangsterismo e noi da 200 anni non staremmo qui a discutere su come
sconfiggerla, questo è il problema di Cosa Nostra, certo magari facendo neanche troppe
dietrologie si potrebbe pensare che nelle dichiarazioni di Silvio Berlusconi c’è
nascosta una prosecuzione di quella trattativa che voi conoscete molto bene iniziata tra
mafia e Stato nel 1992 e mai conclusa, probabilmente c’è questo, ma c’è anche dell’altro,
c’è un problema che riguarda direttamente la selezione delle nostre classi dirigenti
da parte dei partiti politici sia di destra che di sinistra, perché una selezione delle
classi dirigenti sulla base del rischio mafia, non è stata mai fatta o quasi mai stata fatta
da nessun tipo di partito politico. In Sicilia negli scorsi anni è accaduto un
evento importante, la Confindustria siciliana mentre altre Confindustria del nord storcevano
il naso, ha deciso di espellere non solo gli imprenditori collusi, ma anche gli imprenditori
che pagavano il pizzo, una rivoluzione copernicana perché chi paga il pizzo, Codice Penale alla
mano non è una persona che commette un reato, è una persona che è vittima di un reato,
è una persona che subisce un’estorsione e commette un reato solo se, quando viene
chiamato di fronte a un magistrato, si rifiuta di parlarne, perché in quel momento sarà
responsabile di una falsa testimonianza, di una testimonianza reticente, eppure la Confindustria
ha deciso di lanciare questo segnale che poi in parte ha seguito e in parte no, ma è un
segnale importante. Non è mai accaduto invece che un partito
politico decidesse di espellere un proprio appartenente perché aveva rapporti continuativi
con Cosa Nostra. Ieri l’altro a Enna è avvenuto un primo fatto che poteva sembrare
importante, a Enna si erano tenute le primarie per le elezioni di sindaco del Partito Democratico,
Enna è un posto molto particolare in Sicilia è un po’ come il paese di Asterix nella
Francia, nella Gallia occupate dai romani è una provincia tradizionalmente rossa.
A Enna il politico più importante è un signore che si chiama Mirello Crisafulli, quest’ultimo
è un signore molto importante e è un esempio dei rapporti attuali tra mafia e politica,
un esempio su cui si esercitano sociologi e anche criminologi, perché? Enna ha Mirello
Crisafulli che è un esponente storico del Partito Comunista, poi del Pds, poi dei DS
e poi del PD, nel 2000 viene ripreso da dalle microcamere piazzate dalla squadra mobile
di Caltanissetta in un albergo di Pergusa, a Enna le microcamere sono state piazzate
perché gli agenti di polizia sperano di riprendere una banda di estorsori che vanno dal proprietario
dell’Hotel per chiedere il pizzo, in realtà le microcamere riprendono un’altra cosa,
riprendono il boss di Enna, Raffaele Bevilacqua, un ex avvocato, è importante che sia un ex
avvocato perché se andiamo a vedere quello che non ci raccontano i giornali, ci accorgeremo
che negli ultimi 10 anni buona parte dei capimafia che sono stati arrestati e poi condannati
erano capimafia laureati, che facevano i politici, architetti, avvocati, notai, erano persone
riconducibili e benissimo introdotte all’interno della società civile.
Anche Raffaele Bevilacqua era uno di questi, era stato un politico, negli anni 90 aveva
seduto anche come consigliere provinciale nel Consiglio Provinciale di Enna come esponente
della DC, poi era stato arrestato e era stato condannato a 11 anni per mafia perché era
un capo mafia. Nel 2000 Bevilacqua entra in questo Hotel
di Pergusa, l’Hotel Garden, accompagnato da due guardia spalle, incontra il suo vecchio
amico Mirello Crisafulli, i due si vedono e immediatamente si baciano, ce l’avesse
raccontato un pentito non ci avrebbe creduto assolutamente nessuno, poi si danno appuntamento
e si siedono in una saletta riservata, il direttore dell’Hotel porta un block notes
e una penna, i due dicono: no, niente appunti, meglio non lasciare traccia.
Cominciano a parlare di appalti e di favori, in realtà dal filmato non si riesce a capire
chi comandi su chi, perché il boss mafioso chiede e il politico risponde e molte volte
gli dice di no, fatti i cazzi tuoi, bene da tutto questo parte un’inchiesta, Mirello
Crisafulli si autosospende, allora era solo un deputato regionale, i magistrati indagano
e poi decidono di archiviare la sua posizione, sostanzialmente cosa si dice in questa archiviazione?
Si dice: è del tutto vergognoso quello che è accaduto, un importante esponente politico
ha accettato di avere rapporti con un così importante boss già condannato, attualmente
Bevilacqua è stato condannato di nuovo per omicidio, però da quel colloquio non possiamo
avere la prova che con il suo comportamento Mirello Crisafulli abbia rafforzato in maniera
sensibile l’organizzazione Cosa Nostra, è un passaggio giuridico, tecnico.
Mirello Crisafulli viene riammesso, ritorna a fare politica, nelle elezioni successive
viene candidato in Parlamento e grazie a quella legge che ci impedisce ormai di eleggere i
nostri deputati, ma fa sì che vengano nominati esclusivamente dalle segreterie del partito,
entra trionfalmente in Parlamento, verrà rinominato in Parlamento nel 2008, uomo potentissimo,
partecipa alle primarie del PD a Enna, le vince anche perché l’attuale Sindaco Agnello
che fa parte del PD, ma fa parte di una corrente diversa rispetto a quella di Crisafulli, decide
di non partecipare, poi 3 giorni fa in seguito a una lettera aperta scritta da alcuni deputati,
tra cui Beppe Lumia del PD, decide di ritirare la propria candidatura con molto ritardo è
un passaggio positivo questo, ma è un passaggio su cui dobbiamo riflettere perché questa
è l’eccezione che conferma la regola. In questi giorni e mi veniva da sorridere,
si parla molto della polemica e del tentativo del Presidente del Senato di smarcarsi dal
Pdl per costituire forse un gruppo parlamentare separato, qualche giorno fa in una trasmissione
della sera di Gianluigi Paragone avete assistito a una rissa furibonda tra due esponenti finiani
della Pdl che erano Bocchino e Urso rispetto a un esponente di Comunione e Liberazione
del Pdl che era Lupi, se ne sono dette di tutti i colori e oggi sui giornali scopriamo
che Bocchino e Urso potrebbero finire di fronte ai probiviri del Popolo della Libertà perché
con il loro comportamento, secondo alcuni avrebbero leso all’immagine e al prestigio
di quel partito. Il regolamento del Pdl è abbastanza preciso
da questo punto di vista e dice che chiunque può mettere in discussione il prestigio del
partito, può essere sottoposto a questo tipo di procedimento e arrivare fino all’espulsione.
Dicevamo prima che però i probiviri mai di nessun partito si sono occupati da questo
punto di vista di quello che sono i rapporti tra i parlamentari e le organizzazioni criminali,
nel governo come sapete fa ancora il sottosegretario all’economia un signore che è Nicola Cosentino,
per il quale pende una richiesta di arresto che è stata respinta dalla Camera di appartenenza,
nelle liste del Pdl è entrato a far parte in Regione Campania un signore che proveniva
dal PD e mi pare che si chiamasse Conte che ha anche lui sulle spalle il suo bel procedimento
per fatti di camorra. Quello che accade di solito è esattamente
il contrario, perché accade tutto questo? Accade tutto questo perché, come diceva Borsellino,
mafia e politica sono due organizzazioni che controllano lo stesso territorio o si fanno
la guerra o si mettono d’accordo. E' vero che il Ministro Maroni, Polizia e
Carabinieri negli ultimi anni hanno ottenuto degli straordinari risultati sul fronte della
guerra alle organizzazioni criminali, quanto questo dipenda dal Ministro o quanto questo
dipenda dall’opera dei magistrati e delle forze di Polizia è una lunga discussione,
ricordo solo che in questi anni si è assistiti a dei tagli impressionanti dal punto di vista
di bilancio rispetto ai finanziamenti alle forze di polizia, ma un dato di fatto è incontestabile,
in questi anni, come non passato, si va generalmente a colpire esclusivamente la mafia militare.
Per quanto riguarda i rapporti politici e i rapporti istituzionali, si è molto più
indietro, un esempio su tutti: qualche anno fa viene arrestato in Sicilia un signore che
si chiama Mercadante, quest’ultimo è un potentissimo deputato regionale e è diventato
deputato regionale nonostante che fosse cugino di Tommaso Cannella, quest’ultimo era il
boss di Prizzi, il paese immediatamente vicino a Corleone e era un fedelissimo di Provenzano
Bernardo. Mercadante finisce sotto inchiesta più volte
per i suoi rapporti con Cosa Nostra, mai il partito interviene, del resto quel partito
nel 1996 aveva eletto come Presidente della Regione un signore che si chiamava Giuseppe
Provenzano che era un commercialista, che era originario di Corleone, suo padre era
corleonese doc, il quale aveva avuto una caratteristica, era stato il commercialista della convivente
di Bernardo Provenzano, era finito sotto inchiesta per una serie di affari condotti con la convivente
di Provenzano e poi era stato arrestato e poi prosciolto per insufficienza di prove,
tutto questo era avvenuto sul finire degli anni 80, poi nel 1996 nonostante che fosse
un signor nessuno, l’allora Pdl che si chiama Forza Italia, decide di candidarlo e lo fa
diventare persino Presidente della Regione, in contemporanea entra prima in Consiglio
Comunale e poi in Consiglio regionale Mercadante. Quest'ultimo è un medico, è un radiologo,
è cugino primo di un importantissimo boss mafioso, finisce sotto inchiesta più volte
e mai i probiviri del partito intervengono per fare qualcosa.
E’ evidente che il garantismo è giusto e vale nelle aule di Tribunale, quando si
fa politica nella selezione delle classi dirigenti devono valere dei criteri che sono diversi,
i criteri di normale buonsenso, se io ho dei rapporti continuati, se vado spessissimo a
pranzo o a cena con i boss, per una logica di elementare prudenza il mio partito politico
deve escludermi e portare avanti qualcun altro che non ha quel tipo di rapporti politici,
perché tanta gente, tante brave persone vogliono fare politica e ne hanno il diritto di farlo,
in realtà questi tipi di comportamenti non vengono mai sanzionati, il rischio mafia non
viene mai preso in considerazione e si arriva qui al caso Mercadante che è un caso emblematico.
Le microspie che questo governo, il governo che combatte la mafia vuole di fatto abolire
perché tra le norme che vengono proposte da questo esecutivo e che sono già state
votate c’è quella che vieterà di piazzare le microspie a casa di un boss, perché le
microspie potranno essere piazzate esclusivamente nel luogo in cui si presume che venga commesso
un reato, nel luogo in cui si presume che si parli di traffico di droga o di omicidio,
quindi non verranno più messe in macchina, queste microspie cosa ci raccontano?
Ci raccontano che Mercadante nella campagna elettorale del 2006 si era messo d’accordo
con Nino Rotolo e altri importanti boss palermitani per candidare e portare in Consiglio Comunale
il nipote di un boss e guarda caso partecipavano all’allora motore azzurro tutti gli esponenti
di sangue, imparentati con un… partecipavano alla propaganda elettorale dell’allora Forza
Italia in quel di Palermo, aprivano anche dei baracchini.
In una di queste intercettazioni risulta anche un rapporto tra Mercadante e Antonino Cinà,
quest’ultimo era il medico di Riina, il medico che ha condotto la trattativa, i due
discutono come far vincere un concorso pubblico da un primario che faceva il viceprimario
a Milano all’ospedale di Riguarda, viene utilizzata Cosa Nostra quindi per tentare
di truccare un concorso pubblico. Mercadante finisce in prigione, viene arrestato nel 2006
e è sommerso da una quantità impressionante di prove, una quantità impressionante di
prove che porterà poi alla sua condanna a 10 anni di reclusione. Ebbene, la cosa interessante
è quella che accade dopo il suo arresto, dopo il suo arresto uno si aspetterebbe, va
beh, lui si è autosospeso, i famosi probiviri che adesso se la dovrebbero prendere un Urso
e Bocchino perché hanno polemizzato con i colleghi di partito intervengono su di lui,
no accade che in carcere c’è una processione di parlamentari che lo vanno a trovare, entrano
in carcere Basiglio Germanà, Stefania Craxi, Innocenzo Leontini, Mario Ferrara e persino
il futuro Ministro di Grazia e Giustizia, quello che dice di combattere la mafia, Angelino
Alfano. Con le dichiarazioni di Berlusconi e soprattutto
con questo tipo di comportamenti, si dà un segnale chiaro alle organizzazioni criminali,
si strizza l’occhio alle organizzazioni criminali, per questo ma polemica di questi
giorni non è una polemica che riguarda Roberto Saviano o la Mondadori, non è il caso di
entrare, ricordare neanche a Marina Berlusconi che non è vero, come ha affermato in una
lettera che la sua Casa Editrice non abbia mai censurato nessuno, il primo episodio di
censura che ricordi riguarda proprio la Mondadori nel 1994, quando dall’edizione italiana
dell’Europa dei Padrini, il libro scritto da Fabrizio Calvi e pubblicato dalla Mondadori,
scompaiono due pagine che esistevano nell’edizione francese che riguardano Vittorio Mangano,
più recentemente ci ricordiamo il caso di Sara Mago, costretta a cambiare Casa Editrice
lasciare l’Einaudi per uno dei suoi libri, proprio perché polemizzava con il Premier.
Si dicono molte cose e ci si perde spesso la memoria, su una cosa però dovremmo avere
ben chiare tutti le idee, la mafia ci giudica dai comportamenti e dalle parole, per questo
è importante quello che scrive Saviano, Lirio Abbate, per questo quello che dice il nostro
Presidente del Consiglio fa abbastanza schifo!