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È uscito in versione ebook un libro sulla storia dell’assalto dei privati all’alta
velocità ferroviaria: il segmento più ricco, la polpa del trasporto passeggeri in ferrovia:
si chiama “Alta rapacità”. I primi in Europa che riescono in questa impresa sono
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari; Diego Della Valle, imprenditore di
successo con le scarpe Tod’s e con molte incursioni nella finanza; e un amico di Montezemolo,
poco conosciuto ma molto forte, il napoletano Gianni Punzo. Con una mossa, giocando d’anticipo,
ai tempi del Governo Prodi tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007, hanno ottenuto
- senza avere capitali, treni, credito bancario - la licenza a operare nell’alta velocità.
Quindi faranno concorrenza alle Ferrovie dello Stato e al treno Frecciarossa con il loro
treno che si chiama Italo, anche se è prodotto quasi interamente in Francia dalla Alstom.
Con pochi capitali - hanno versato appena un milione di euro - hanno ottenuto la licenza
per fare un business che potrebbe essere molto vantaggioso: puntano ad arrivare al 25% del
mercato dell’alta velocità. Siamo l’unico paese che ha dato ai privati il pezzo più
ricco del mercato dell’alta velocità ferroviaria, mentre tutto il settore delle ferrovie (le
Ferrovie dello Stato dichiarano un bilancio in attivo, ma se non ci fossero i contributi
dello Stato sulle tratte dei pendolari e le tratte dette a volte anche rami secchi, sarebbe
in perdita) il contributo dello il stato complessivo è di circa 3,5 miliardi all’anno alle Ferrovie
dello Stato. Dicono di avere investito un miliardo di euro,
ma non è così: in realtà i soldi li hanno messi quasi tutti le banche, soprattutto Banca
Intesa San Paolo, guidata da Corrado Passera che oggi è Ministro dello sviluppo economico,
delle infrastrutture, dei trasporti. Saprà essere imparziale o, come penso, c’è forse
un conflitto di interessi tra la sua attività precedente e il nuovo incarico? I tre moschettieri
hanno gradualmente ceduto le quote della società Ntv (Nuovo Trasporto Viaggiatori: questo è
il nome dell’impresa) a dei nuovi soci tra cui sempre la Banca Intesa San Paolo che è
il 20%, poi altri soci tra cui in particolare le Ferrovie dello Stato francesi, Sncf, che
hanno il 20% e sono l’azionista senza il quale questo treno, che si chiama Italo, probabilmente
non riuscirebbe a marciare. Nel fare queste cessioni, i tre moschettieri
dell’alta velocità ci hanno guadagnato perché hanno venduto con un sovrapprezzo
le azioni della società e i diritti di opzione per l’aumento di capitale, per cui quello
che è il loro investimento iniziale, che in totale è stato di 25 milioni di euro,
è già rientrato nelle loro tasche. I loro guadagni si moltiplicheranno praticamente
senza alcun rischio! Quindi se leggerete questo libro, “Alta
rapacità”, scoprirete che questi privati più che essere dei veri imprenditori mossi
dalla logica del rischio, dell’investimento a lungo termine e anche del giusto profitto
che ne può derivare, solo dei prenditori. Per questo si chiama “Alta rapacità”:
di soldi veri ne hanno investiti davvero pochi, il resto l’hanno messo le banche e il rischio
per loro non c’è, quindi il profitto è garantito!